L’evoluzione tecnologica non riguarda solo la strumentazione presente nel veicolo ma è appannaggio anche dei pneumatici. Questo perché gli investimenti delle case costruttrici in gomme sempre più “intelligenti” – in grado di dialogare sia con il veicolo tramite appositi sensori e di segnalare eventuali malfunzionamenti, sia con le attrezzature di rilevazione in officina- guardano al futuro, quello della guida “autonoma”.
Serviranno insomma pneumatici intesi come vera e propria estensione tattile del guidatore: gomme in grado di “percepire” il fondo stradale, le condizioni di aderenza e di individuare, ad esempio, la perdita di grip e acquaplaning consentendo al veicolo di rispondere per tempo.
L’obiettivo dei costruttori è di sfruttare al meglio l’ RFID ( acronimo di Radio frequency identification) e lo IOT ( acronimo di Internet of things) non solo per tracciare il ciclo di vita del pneumatico dalla fabbrica alla vendita e all’utilizzo ma per offrire alla clientela servizi di manutenzione predittiva.
Il sistema Pirelli Cyber Tyre ad esempio è stato montato per la prima volta sulla nuova super car elettrificata McLaren Artura: il flusso di informazioni originato dai sensori su pneumatico viene elaborato da un software della stessa Pirelli integrato all’elettronica dell’automobile.
La sfida per noi gommisti si sposta quindi ora sul fronte del know how tecnologico legato a pneumatici “intelligenti”. Il nostro lavoro in officina sarà sempre più legato a questo tipo di nuove professionalità e competenze nel servizio alla clientela. Dovremo essere sempre aggiornati e capaci di interagire con un nuovo mondo elettronico ed informatico in veloce evoluzione.
La lettura dei chip su pneumatico offre informazioni quali il nome del produttore, il codice unico, la serie, le procedure di montaggio ed è -fra gli altri aspetti legati alla sicurezza- anche utile anche come deterrente contro il furto poiché garantisce la tracciabilità dello stesso.
Fabio Komjanc