“No Time to Die” & automobili da sogno nell’ultimo James Bond.
L’attesissimo appuntamento con l’agente segreto britannico più celebre al mondo, James Bond, è in questi giorni al Cinema. Daniel Craig é diretto da Cary Fukunag in “No Time to Die”. E se non hai ancora visto il film, puoi vedere trailer a questo link QUI. La spettacolarità delle scene iniziali è indubbiamente enfatizzata dall’ambientazione pittoresca e suggestiva di Sassi di Matera, un paesaggio assolutamente unico. Un’Italia da cartolina quella che possiamo ammirare in inseguimenti automobilistici mozzafiato. Il nuovo capitolo è un autentico godimento per gli appassionati d’auto grazie a strepitosi veicoli utilizzati nell’avvincente pellicola dagli sviluppi decisamente inattesi, non scontati e per molti aspetti sconvolgenti – specie se sei un fan storico della Saga! Non poteva naturalmente mancare Aston Martin – presente con ben quattro modelli diversi: l’iconica coupé DB5 (che fece il suo ingresso nel mitico Goldfinger con l’indimenticabile Sean Connery) e la V8 Saloon. C’è poi la DBS Super Leggera guidata da Nomi – agente segreto interpretato da Lashma Lynche- e il modello Valhalla. Veicolo modernissimo ideato in collaborazione con Red Bull Racing e il progettista di Formula 1 Adrian Newey. Il bello dei film di James Bond sta sicuramente da sempre anche nelle location da sogno selezionate: in questo caso da Sassi di Matera lo spettatore viaggia con gli occhi e con la mente a Londra, a Cuba, in una misteriosa e temibile isola segreta nel Mar del Giappone e nelle foreste della Norvegia. Le folli corse in auto in questi ambienti spettacolari sono pazzesche: i “cattivissimi” competono alla guida di Jaguar XF e non mancano due modelli di Range Rover, la Sport e la Classic. Anche Range Rover é Casa Automobilistica particolarmente legata a 007. Il modello Sport era infatti presente sia in ‘Casino Royale’ che in ‘Quantum of Solace’ e ‘Spectre’. Nelle scene in Norvegia potete ammirare performance eccezionali di una Land Rover Defender che fanno accapponare la pelle. Merita ovviamente il grande schermo. Buona visione! Fabio Komjanc
Donne e Motori: non solo cliché.
Chi ha frequentato la leggendaria fiera motoristica di Bologna sa quanto il Motor Show abbia attratto e riunito per decenni migliaia di appassionati dell’automotive, gioventù sportiva, piloti, Vip internazionali e non solo. Di fatto, il Salone bolognese ha soprattutto consacrato il binomio ‘Donne e Motori’ proponendo un tourbillon di affascinanti madrine, testimonial e promoter con seducenti reportage fra i mitici team delle migliori case automobilistiche. ‘Donne e Motori’ é un’equazione entrata nell’immaginario collettivo anche grazie a pellicole cinematografiche di culto: Grace Kelly in “Caccia al Ladro” sfreccia in cabriolet sulle colline monegasche in una delle scene più celebri girate da Hitchcock. Uma Thurman è magnetica sulla Kawasaki ZZ R250 in “Kill Bill” di Tarantino. Anne Hathaway è una formidabile CatWoman sul Batpod motore Honda 750 ne “Il Cavaliere Oscuro”. Potremmo scrivere un saggio intero approfondendo il legame ‘Donne e Motori’ in ogni James Bond Movie che si rispetti: dai tempi della Mercury Cougar XRT verniciata in Candy Apple Red per Diana Rigg, alias Tracy Bond fino alla Land Rover Defender in un’affollatissima Istanbul per Naomie Harris, alias Eve Moneypenny in Skyfall. Se poi guardiamo al mondo artistico il pensiero vola immediatamente alla Regina dell’Art Decó, al famoso auto ritratto di Tamara de Lempicka con guanti in daino e caschetto, sguardo lascivo alla guida di un’elegantissima Bugatti verde smeraldo. Comparve per la prima volta -provocando grande scandalo- in copertina su “Die Dame” in un tempo in cui, fine anni ‘20, le donne erano tutto tranne che indipendenti! La Bugatti in questo caso è sinonimo di ricchezza, esuberanza ma soprattutto di femminilità libera, di bellezza intraprendente: ‘Donne e Motori’ come protesta sociale contro il ruolo asservito che la tradizione imponeva. Insomma, la storia del Motor Show, del cinema e dell’arte ci insegnano che non sempre sia valido l’aforisma: “Donne e Motori, Gioie e Dolori!”